Google è il motore di ricerca utilizzato dalla stragrande maggioranza, circa il 90%, di utenti in Italia. Ci si serve di esso per ottenere qualsiasi tipo di informazione, compresi i dettagli e le caratteristiche di prodotti o servizi che si intendono acquistare.
Google Ads è lo strumento, che Google mette a disposizione dei propri clienti, per fare campagne di advertising, di cui poi vedremo le caratteristiche e il funzionamento. Non è semplice dare una risposta alla domanda quanto costa la pubblicità su Google, perché dipendente da una molteplicità di fattori.
Il primo passo da compiere è un'analisi introspettiva che valuti la propria azienda in relazione al settore di competenza, alla concorrenza, alla marginalità sul prodotto o servizio che si offre e al budget da dedicare alla campagna.
Indice dell'articolo
Il costo di Google Ads dipende dai click che l'annuncio riceve (costo per click, CPC) e dal valore massimo che si è disposti a spendere per questo click. Solitamente il costo medio di un click si aggira intorno a 1 o 2 euro, mentre la spesa media in un anno si attesta per un'azienda tra i 5.000 e i 15.000 euro.
Il miglior approccio a questo genere di pubblicità è però quello di affidarsi ad una società di consulenza, esperta in questo genere di materia, visto che spesso e volentieri chi ha voluto operare in modo autonomo ha solo ottenuto, come risultato, quello di buttare via soldi, con un ritorno pari quasi a zero.
Prezzo minimo
Prezzo massimo
Quando si fa una ricerca su Google, oltre ai risultati cosiddetti organici, ossia quelli che il motore di ricerca restituisce in funzione del posizionamento del sito, della qualità dei suoi contenuti e della sua capacità di rispondere alla richiesta immessa dagli utenti tramite parole chiave, compaiono anche, nella parte alta, i risultati dipendenti dalle attività di Google Ads.
Questi si distinguono a loro volta in risultati legati alle campagne di Google Shopping, quando compaiono i prodotti veri e propri suggeriti per l'acquisto che meglio hanno risposto alle parole chiave immesse, e quelli dovuti alle campagne di advertising, ossia i link sponsorizzati. Tolti questi due tipi di risultati, rimangono poche righe destinate agli esiti organici. Questo significa che la miglior attività SEO possibile, ovvero l'ottimizzazione di un sito internet in termini di contenuti, aggiornamento degli stessi e qualità, potrebbe comunque non essere sufficiente per ritrovarsi tra i primi risultati di Google ed è quindi necessario ricorrere a una campagna di digital marketing.
Punto di partenza di una campagna advertising è la scelta delle parole chiave, le cosiddette keywords. Queste non sono nient'altro che quelle parole che gli utenti potrebbero usare nella ricerca del proprio prodotto. E' una fase importante della campagna, la scelta sbagliata dei termini potrebbe vanificare l'investimento e renderlo del tutto inutile ed è per questo che la presenza di un consulente esperto o l'utilizzo di qualche strumento apposito migliorerebbe l'esito della campagna.
In funzione di cosa, nel caso in cui due annunci rispondano in egual misura alla ricerca di un utente, Google predilige uno anziché l'altro? La risposta risiede nel ranking che si ottiene con l'annuncio e dipende da diversi fattori e non soltanto dal Pay Per Click. Il PPC è il prezzo massimo che, in fase di creazione dell'annuncio, si è impostato e che si è disposti a pagare per ogni click dell'utente. Se così fosse non ci sarebbe scampo per le aziende di medie e piccole dimensioni contro i colossi multinazionali che a suon di euro farebbero valere tutta la loro potenza economica.
Il ranking dipende sì dal PPC, ma anche da altri quattro fattori, ossia la qualità della pagina di destinazione, il superamento da parte dell'annuncio delle soglie minime di qualità, il contesto, come ad esempio la posizione geografica ed il dispositivo utilizzato. Un sito non responsive molto probabilmente non verrà visualizzato se la ricerca avviene tramite tablet o smartphone, insieme alle estensioni all'annuncio che è possibile aggiungere come le informazioni di contatto o link a specifiche pagine del sito.
Esistono molti altri modi per pubblicizzare il proprio business gratuitamente, senza ricorrere ad aziende di consulenza specializzate o a strumenti a pagamento. La strada potrebbe risultare più lunga da percorrere, i risultati più lenti a emergere e l'impegno richiesto decisamente maggiore, ma perché non tentare?
Google stesso offre un servizio, Google My Business, che consente alle aziende di compilare una scheda con tutte le informazioni che la riguardano. Inutile sottolineare quanto sia importante fornire il maggior numero di dati possibili sulla propria attività, in maniera chiara ed esaustiva ed utilizzare i post per essere presenti anche in Google Maps.
Altri strumenti a disposizione gratuitamente per i titolari di attività sono le directory aziendali nelle quali inscrivere la propria, un sito internet costantemente aggiornato con sempre nuovi, interessanti e pertinenti articoli, whatsapp business, l'utilizzo dei social network. Insomma tante frecce al proprio arco da saper usare con costanza e intelligenza.
Se sei anche tu un titolare di azienda, se la tua attività naviga ancora a luci spente e vorresti invece spiccasse il volo nello sconosciuto mondo del web, ma non sai come fare o se invece hai provato qualcuna di queste soluzioni e i risultati sono stati incoraggianti, condividi la tua esperienza, confrontati con altri utenti, richiedi informazioni o metti a disposizione le tue conoscenze con qualche utile consiglio, questo è senz'altro il posto più adatto.
Ringraziamo Leonardo Guerrini, consulente di marketing digitale con esperienza decennale nel settore, reperibile sul suo sito web www.leonardoguerrini.com, per averci fornito parte delle informazioni utili alla realizzazione di questo articolo.