Molti si chiedono se è obbligatorio pagare il canone Rai e se questo può essere disdetto.
Stai cercando informazioni su questa tassa e vuoi sapere quanto pagare, come fare e come risparmiare?
Sei nel posto giusto. Nell’articolo potrai leggere tutte le informazioni dettagliate su costi, modalità di pagamento, casi in cui è possibile non pagare il canone Rai, come richiedere esenzioni e addebiti errati e anche cos’è e perché si paga il canone speciale.
Il canone Rai è un’imposta nazionale che prevede il pagamento di un corrispettivo per la detenzione dell’apparecchio televisivo in Italia. Quindi, erroneamente da quanto si pensi, il pagamento non è relativo alla fruizione dei canali RAI ma il pagamento di una tassa obbligatoria che deve essere versata da tutti i cittadini che detengono in casa, in ufficio, in negozio un apparecchio che può essere utilizzato per la ricezione televisiva. Lo stesso conta però una serie di particolarità ed eccezioni per i pagamenti.
Tutte le entrate che vengono raccolte con il pagamento rientrano nelle imposte e sono quindi in parte devolute dal Governo alla Rai – Radiotelevisione Italiana, la società che gestisce i canali Rai e in parte vengono utilizzate a livello nazionale e confluite nelle altre imposte. La Rai ha un accordo con lo Stato Italiano e pertanto è limitata a rispettare una serie di caratteristiche, pena la decadenza dello stesso. Tra queste norme rientrano dei limiti pubblicitari, che impongono delle peculiarità anche per quanto riguarda la fruizione delle pubblicità che non devono avere caratteristiche di violenza, sessuali o fuorviante.
Il canone RAI è stato spesso oggetto di evasione, per questo motivo con il governo Renzi è stato stabilito mediante la legge di stabilità del 2016 che il pagamento fosse unito al pagamento della bolletta. Viene pertanto previsto un importo pari a 90 euro per ogni famiglia.
Come anticipato, il Canone RAI è un tributo obbligatorio che tutti i cittadini devono versare. Si tratta dell’unico pagamento previsto a livello nazionale a copertura di tutti gli apparecchi televisivi. Il pagamento va effettuato sempre, anche se ci si trova in un appartamento in affitto, se è in comodato o a noleggio. Anche gli stranieri sono tenuti al versamento se si trovano domiciliati in Italia. Il tributo è stato stabilito nel 1938 e diventato legge nello stesso anno, rientrante tra gli abbonamenti alle radioaudizioni. Il prezzo unico fissato per tutti è stato determinato con il principio di proporzionalità impositiva. Il canone ordinario viene pagato dal detentore dell’apparecchio e copre i costi di tutti gli apparecchi in casa e anche quelli presenti in abitazioni secondarie o posseduti dagli altri membri del nucleo familiare rientrante nello stato di famiglia.
Non tutti sono obbligati al pagamento del canone RAI, la legge prevede alcune esenzioni.
Tra i soggetti esenti rientrano: coloro che non hanno apparecchi televisivi in casa, militari delle forze armate italiane, militari NATO, agenti diplomatici e consolari, rivenditori di televisori per quanto concerne la loro attività, imbarcazioni commerciali ( è previsto il pagamento di un canone di tipo differente ), radio, autoradio, anziani di età pari o superiori a 75 anni con reddito non superiore ai 6713.98 euro. L’esenzione prevista per gli invalidi è stata abrogata con l’articolo 42 del 1973, quindi anche questi sono tenuti al pagamento del canone RAI.
I cittadini che sono esonerati dal pagamento devono presentare apposita dichiarazione in cui comunicano il motivo specifico dell’esonero. La dichiarazione deve essere presentata entro le scadenze fissate per non pagare comunque la tassa.
Dal 1° luglio al 31 gennaio dell’anno successivo è possibile richiedere l’esonero per il pagamento di tutto l’anno successivo. Quindi in questo caso si fa domanda il 2019 per il 2020. Non si può fare domanda per lo stesso anno. Mentre è possibile richiedere l’esonero dal 1° febbraio al 30 giugno per il secondo semestre dello stesso anno.
Il modulo di esonero deve essere presentato dal richiedente o da un erede mediante applicazione web, mediante Caf o professionisti abilitati, mediante raccomandata agli uffici centrali dell’Agenzia delle Entrate. Quando si presenta una dichiarazione, nel caso specifico in cui si presenta domanda di esonero per mancato possesso dell’apparecchio, si autocertifica la propria condizione. Questo vuol dire che si è legalmente responsabili di quanto dichiarato. Anche negli altri casi ma quelle condizioni sono tutte verificabili mediante appositi controlli.
Dal 2016 il canone Rai viene addebitato sulla bolletta elettrica, l’importo di 90 euro viene suddiviso in dieci rate mensili ripartite tra gennaio e ottobre ogni anno.
Qualora nessun componente del nucleo familiare fosse titolare di un contratto elettrico domestico, lo stesso deve essere comunque versato mediante modello F24 entro il 31 gennaio di ogni anno. Si può pagare in una sola soluzione o in alternativa due pagamenti semestrali il 31 gennaio e il 31 luglio di 45.94 euro o ancora in quattro rate trimestrali quindi entro il 31 gennaio, il 30 aprile, il 31 luglio, il 31 ottobre con ogni rata da 23.93 euro. La dicitura da apporre è contributo TVRI. Il modulo può essere scaricato online sul sito dell’Agenzia delle entrate.
Il canone può anche essere addebitato direttamente sulla pensione se il reddito familiare non supera i 18mila euro. In questo caso bisogna farne apposita richiesta entro il 15 novembre di ogni anno. Viene poi comunicato l’esito della stessa. Attenzione: vi è un modulo da compilare per quanti già fruiscono dell'abbonamento e uno differente per i nuovi abbonamenti.
In caso di addebito erroneo, sia in fattura con la bolletta elettrica o di altro tipo, bisogna presentare una dichiarazione all’Agenzia delle entrate per richiedere il rimborso. Bisogna sottoscrivere il periodo d’errore, l’intestatario del pagamento, compilare il quadro B del modello fornito sul sito. Una volta fatta richiesta sarà poi espressa mediante comunicazione finale la decisione da parte dell'Agenzia delle entrate. L’istanza di rimborso può essere presentata dal soggetto o dagli eredi o da intermediari con apposito documento di riconoscimento a mezzo raccomandata.
Devono pagare il canone speciale coloro che detengono più apparecchi utilizzati per trasmissioni televisive in spazi pubblici, in enti locali o comunque in tutte quelle situazioni che non rientrano nella fruizione in ambito domestico. In questo caso vi sono delle tariffe differenti, si va dai 29.94 euro annuali per le radio, ai 203.70 euro per mense, negozi, scuole, studi professionali e religiosi, associazioni e circoli, 407.35 per alberghi e villaggi turistici fino a 4 stelle, 1018.40 euro per hotel a 5 stelle o superiori, 2036.83 euro per hotel di lusso con un numero di camere inferiore a 100 e superiore a 25, 6789.40 per hotel di lusso con un numero di camere superiore a 100.
Rientrano nel pagamento del canone speciale anche i negozi, gli uffici di qualunque tipologia, le strutture ricettive di ogni forma o misura, le navi da crociera, i cinema che prevedono la fruizione della televisione ed ogni altro sistema afferibile a quanto sopra.
Anche in caso di cambiamenti o di nuovi indirizzi è indispensabile notificare all’Agenzia delle entrate l’avvenuto cambio. Lo stesso deve essere sottoscritto dopo aver effettuato il cambio di residenza all’anagrafe, presentando il modello compilato in ogni sua parte.
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1 Comment
Ma a chi vanno i soldi del canone Rai?